Letture d’evasione. L’amore secondo Fred Vargas

Narra la leggenda che Fred Vargas (Frédérique Audouin-Rouzeau) scriva le prime stesure dei suoi romanzi (polizieschi a “indirizzo” medievistico esoterico archeozoologico) in ventuno giorni durante le vacanze estive. Se non ci sono di mezzo delle/dei ghostwriter, ha un bello sprint. Vargas attinge copiosamente alle conoscenze che le derivano dal suo lavoro di ricercatrice in medievistica all’Università. Neppure lei resiste alla tentazione di impreziosire (lo fa con moderazione) le sue pagine con massime che richiedono una pausa. Non bisogna pensare che in questo genere letterario, come in altri, oltre alla curiosità per l’intreccio e lo sviluppo della trama non vi sia nulla da imparare. Gli aforismi, tratti
dal romanzo “Nei Boschi Eterni”,  hanno trovato un’eco nella mia esperienza.
Tentare di trascinare di nuovo verso l’amore un’amica esausta è un’impresa impossibile.
L’amore è l’unica battaglia che si vince indietreggiando.

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