Cosa fa di te una vera donna? La prima moto. Un rito di passaggio, come si dice in antropologia, che pone termine all’adolescenza e inaugura l’età adulta. Le moto successive faranno di te una guerriera. Ma se ne guidi una sola per tutta la vita va bene lo stesso. Accidenti, ma che moto è? Fuori modello e marca!
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Anni 20, non del secolo, della centaura. In sella a Ducati Scrambler 350, la prima moto. Come caspita avrà fatto a non ammazzarsi con quelle zeppe ai piedi? Ok, andavano di moda, ma per camminare. Forse erano l’unico modo per toccare terra con la punta del piede.
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Ancora più rischioso! In sella a Yamaha 500, moto in prestito. Sempre con quei maledetti trampoli da complessata, ma questa volta sono addirittura zoccoli aperti! Sì, doveva proprio avere qualche problema con l’altezza. Domanda: dov’erano i vigili, in ferie?
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Meglio. In sella a Yamaha 350, la seconda moto. La scarpa si è adeguata al mezzo e il look si è fatto hippie: capelli alla Angela Davis, camiciola indiana, jeans scolorito, sacco a pelo e zaino sul portapacchi. Sullo sfondo alberelli in fasce. Partenza per il campeggio successivo, alla ricerca di ombrose sequoie.
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Senza casco. In sella a Yamaha 400 Custom, la terza moto. Sulla sinistra, alla guida, durante un raduno di motocicliste in Romagna. È con entusiasmo che stanno per tagliare il traguardo e dirigersi verso le piadine e il Sangiovese. Ma chi guida al ritorno? E chi torna?
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In curva. Ancora su Yamaha 400 Custom, l’ultima moto. “Questa non la cambio così, quando sarà, ci rottamano insieme. Ciao!”.