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I Can’t Believe I Still Have To Protest This Fucking Shit

21.01.2017 Le donne marciano in tutto il mondo.  A Washington in 500mila.
Respect my existence or expect my resistance/Respeta mi existencia o espera resistencia
Il discorso di Gloria Steinem https://youtu.be/EWqeljCZTPw
e quello di Angela Davis

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W. Women in Italian Design

All’Women in Italian Design – 31 marzo 2016 /19 febbraio 2017 – è esposta, fra gli altri stupefacenti oggetti d’arte ideati da architette e artiste stellari, la lampada Genesy di Zaha Hadid, scomparsa proprio il giorno dell’inaugurazione. Ma le tracce che la Regina delle Curve ha lasciato sul pianeta sono numerose. In Italia il Maxxi di Roma e il Messner Mountain Museum a Plan De Corones, mentre altri cantieri sono all’opera.

La nona edizione del Triennale Design Museum affronta il design italiano alla luce del genere, tracciando una nuova storia del design italiano creato da donne, ricostruendo figure, teorie, attitudini progettuali che sono state seminate nel Novecento e che si sono affermate ed evolute nel XXI secolo. L’idea che il genere non sia più solo un dato biologico ma una costruzione culturale, apre importanti prospettive. Per affrontare in modo oggettivo le questioni del gender legate al design, scrive chiaramente la curatrice della mostra Silvana Annichiarico, è necessario affrontare prima di tutto la grande rimozione operata dal Novecento nei confronti del genere femminile. Tutta la modernità novecentesca ha messo ai margini la progettualità delle donne, pressoché ignorata da storici e teorici del design. Ma il XXI secolo è caratterizzato sempre di più da una forza rinnovata di tale progettualità.
Si legge in un tabellone (bellissimi tutti, lucidi e chiari – mai si erano letti testi così gender oriented nei templi dell’arte) alla fine del percorso: “I numeri dicono che lo scenario è in piena mutazione e che la presenza delle donne nelle scuole di design, nelle facoltà di architettura e negli studi dove il design diventa professione di massa è ormai preponderante. Nello stesso tempo le neuroscienze ci dicono che uomini e donne reagiscono in modo diverso alla percezione di immagini e oggetti. Due ricerche effettuate rispettivamente dal Centro per lo Studio della Moda e della Produzione culturale dell’Università Cattolica di Milano (numeri e statistiche) e dal Centro di Ricerche di Neuroscienze dell’Università IULM (percezione estetica) offrono qualche ulteriore spunto per uscire dal TDM con meno certezze e qualche domanda in più, cui cercare di dare una risposta”. Ciononostante qualche fesso su internet conclude la propria raffazzonata recensione con la domanda: e se si scoprisse che la creatività è gender free? Tu sei la prova vivente del contrario.

 

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Vorrei averlo scritto io. La vertigine di ricopiare

Volo sulla tastiera trascrivendo parola per parola. Sento che ognuna è perfetta
e insostituibile. Volendo riscrivere la scena s’incapperebbe nelle stesse parole,
non ce ne sono altre. Sono le parole per dirlo. Le dita corrono sui tasti fingendo di
prenderle direttamente dal cervello. È una finzione esaltante, ebbrezza allo stato puro. Fingo di scrivere la sua scrittura. L’atto di digitare parole già cercate e scritte comporta una specie di apprendimento effimero, volatile. Non importa. È bello lo stesso farsi
sballottare dentro la tromba d’aria.

Da Elena Ferrante, L’amica geniale
Lila volle che andassi presto nella sua vecchia casa, che l’aiutassi a lavarsi, a pettinarsi,
a vestirsi. Mandò via la madre, restammo sole. Si sedette sul bordo del letto in mutande
e reggiseno. Accanto aveva l’abito da sposa, che pareva il corpo di una morta: davanti,
sul pavimento a esagoni, c’era la conca di rame ricolma d’acqua fumante.
(…) (altro…)

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Musiciste “classiche”: Salut Salon Quartet

Sono strepitose. Si definiscono “a chamber music acrobatic ensemble”. Guardatele in questa performance.  http://m.youtube.com/watch?v=BKezUd_xw20
www.salut-salon.com

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Le donne di A. M. Homes

A.M. Homes è una delle figure più innovative e originali della nuova narrativa americana.
C’è chi la giudica eccessiva, paradossale, ed è vero, non conosce limiti. A parte alcuni romanzi giovanili, la maturità l’ha portata a strafare, e per questo le saremo eternamente riconoscenti. Se si vuole restare nel cortiletto di casa propria è meglio non leggere una sola sillaba di quello che scrive. Ma è proprio nel cortiletto di casa nostra che le cose possono complicarsi, come capita nella realtà dei fatti, e succedono assurdità/mostruosità ingovernabili. A.M. Homes è troppo intelligente per mancare di umorismo ed ecco un assaggio di considerazioni e di scenette fra donne tratte da “Musica per un incendio”
del 1999 (Feltrinelli 2011), un romanzo superbo con un finale insostenible.

La cosiddetta madre di famiglia
Elaine potrebbe diventare cieca e non se ne accorgerebbe nessuno (il marito Paul e i figlioletti Daniel e Sammy). Ha memorizzato il posto di ogni cosa. Potrebbe aggirarsi in casa per anni prima che qualcuno lo noti. A tradirla sarebbe una cosa semplice, tipo il bucato.

La cosiddetta nonna, ovvero la madre della cosiddetta madre di famiglia
“Elaine, io sono fatta così. Ho quasi settant’anni. L’unico modo perché io possa subire una metamorfosi è, Dio non voglia, che mi venga un ictus; in caso contrario, questo è quanto. Vuoi un caffè? Me ne sono portata un po’ da casa. Io me lo macino tutti i giorni”. (altro…)

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