Le donne di A. M. Homes

A.M. Homes è una delle figure più innovative e originali della nuova narrativa americana.
C’è chi la giudica eccessiva, paradossale, ed è vero, non conosce limiti. A parte alcuni romanzi giovanili, la maturità l’ha portata a strafare, e per questo le saremo eternamente riconoscenti. Se si vuole restare nel cortiletto di casa propria è meglio non leggere una sola sillaba di quello che scrive. Ma è proprio nel cortiletto di casa nostra che le cose possono complicarsi, come capita nella realtà dei fatti, e succedono assurdità/mostruosità ingovernabili. A.M. Homes è troppo intelligente per mancare di umorismo ed ecco un assaggio di considerazioni e di scenette fra donne tratte da “Musica per un incendio”
del 1999 (Feltrinelli 2011), un romanzo superbo con un finale insostenible.

La cosiddetta madre di famiglia
Elaine potrebbe diventare cieca e non se ne accorgerebbe nessuno (il marito Paul e i figlioletti Daniel e Sammy). Ha memorizzato il posto di ogni cosa. Potrebbe aggirarsi in casa per anni prima che qualcuno lo noti. A tradirla sarebbe una cosa semplice, tipo il bucato.

La cosiddetta nonna, ovvero la madre della cosiddetta madre di famiglia
“Elaine, io sono fatta così. Ho quasi settant’anni. L’unico modo perché io possa subire una metamorfosi è, Dio non voglia, che mi venga un ictus; in caso contrario, questo è quanto. Vuoi un caffè? Me ne sono portata un po’ da casa. Io me lo macino tutti i giorni”.

La cosiddetta vicina di casa, anzianotta e un po’ avvinazzata
“Divertentissimo”, dice Mrs Hansen, menando un gran fendente.
Elaine sorride mentre guarda le schegge del legno che schizzano per tutta la stanza.
Mrs Hansen abbatte di nuovo la scure, staccando un’ampia sezione di tavolo.
“Potrei andare avanti così per sempre”, dice lei sollevando l’accetta sopra la testa. “C’è nient’altro da fare a pezzi?”.

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