Eruzioni varie

Scoppi improvvisi e incontrollabili ai 4 punti cardinali. Furia, rabbia, indignazione, ma anche entusiasmo, ammirazione, consenso. Miscellanea di istantanee incontenibili, favorevoli o contrarie, su argomenti imprevedibili.

Berlusconi ineleggibile: 50mila firme in 24 ore

L’ho ricevuta. La pubblico. Per firmare: http://bit.ly/fuoriberlusconi (altro…)

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One Billion Rising. Perché non ballo. Carolyn Gage

L’espressione “violenza contro le donne” nasconde gli agenti
La “voce passiva” di Julia Penelope

La posizione critica di Carolyn Gage nel testo originale http://carolyngage.weebly.com/2/post/2013/02/movement-vs-dance-moves.html e qui in una versione francese.

Je reçois quotidiennement des invitations à participer à l’événement One Billion Rising dans ma localité, et j’entends aussi des gens en parler partout dans le monde. On annonce des activités de danse éclair (flashmobs) partout dans le monde en faveur de l’élimination de la violence contre les femmes. Où pourrait-il y avoir un problème?
J’essaie d’imaginer des foules d’Amérindiens exécutant un dynamique numéro de danse pour protester contre les horreurs du génocide, les pensionnats pour autochtones, les violations de traités qui se poursuivent. J’essaie d’imaginer des Afro-Américain-es se livrant à des chorégraphies enlevantes pour sensibiliser les gens au fait qu’un Noir sur neuf sera incarcéré au cours de sa vie. Je songe au potentiel de flashmobs de Pakistanais-es dansant sur Youtube pour protester contre les meurtres par drones.
Et vous savez quoi? Je n’arrive pas à l’imaginer. Cela ne se ferait pas. Parce qu’une danse enjouée, non rituelle, pour attirer l’attention sur une oppression ne peut qu’envoyer un message contradictoire. Si la guerre menée par drones est si horrible, comment des gens pourraient-ils s’amuser à ce point en sautillant devant des caméras avec des mouvements sexy? Si l’héritage des pensionnats indiens a été si dévastateur, pourquoi tous ces danseurs et toutes ces danseuses s’amuseraient-ils à ce point? Vous voyez où je veux en venir?
Le medium devient réellement le message. Une danse éclair pour sensibiliser les gens au cancer du sein pourrait fonctionner. Une danse éclair pour rallier des bénévoles à l’occasion d’une catastrophe nationale aussi. Mais ce ne sont pas des situations qui impliquent des actes de guerre, de terrorisme. Ce ne sont pas des situations qui – osé-je le dire ? – impliquent un ennemi. (altro…)

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Che genere di concorso?

Una presa di posizione fondamentale. Sono laureata in filosofia e guardo con compassione (da cum patior/soffrire insieme) e distanza siderale a tutto il “sapere” che ci è stato trasmesso al classico e all’università. Per fortuna ho studiato poco e quel poco che avrebbe potuto attecchire è stato cancellato dal momento in cui si è impiantata in me la coscienza femminista. Ho avuto la fortuna di potermi resettare.
Ho letteralmente buttato via (nella campana della carta, naturalmente) quintali di libri
e di Storie della Filosofia dove non c’era traccia della nostra esistenza e del nostro pensiero. Pubblico questa Lettera per dare la massima diffusione al problema cruciale che affligge la società patriarcale, che non è quella in cui vorremmo vivere.

Lettera aperta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Prof. Francesco Profumo e per conoscenza alla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità Prof.a Elsa Fornero.

www.sguardisulledifferenze.org

Egregio signor Ministro,
a scrivere è un gruppo di studiose specializzate negli studi umanistici, la maggior parte delle quali docente nella scuola e nell’università.

Siamo cittadine europee pienamente immerse nel nostro tempo, interessate a partecipare attivamente alla definizione del modo di essere nel mondo delle generazioni presenti e future. Molte di noi si apprestano a far parte dell’esercito di candidati che si sta preparando a sostenere la procedura di selezione prevista dal concorso a posti e cattedre, decreto del direttore generale per il personale scolastico n. 82 del 24 settembre 2012.
La nostra decisione di scriverle questa lettera è derivata non solamente dall’esigenza di manifestare un profondo disaccordo sul piano intellettuale e scientifico, ma anche dal disagio e dal disappunto da noi avvertiti in qualità di cittadine, in seguito alla lettura delle indicazioni sulle prove d’esame e i relativi programmi contenute nell’allegato 3 del bando di indizione del concorso.

Basta scorrere gli elenchi di autori che il candidato dovrebbe innanzitutto conoscere: tra i filosofi, nemmeno una donna; tra gli scrittori, una sola, Elsa Morante; nel programma di storia non c’è alcun accenno alla storia delle donne e alle questioni di genere; tra i fatti notevoli del Novecento non è menzionato il femminismo. (altro…)

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A cominciare dalle bambole: il Moloch sessista dei sacrifici rosa shocking

“Bambole viventi. Il ritorno del sessismo” è il titolo del libro inchiesta della giornalista
inglese Natasha Walter edito da Ghena (www.ghena.it) che presenterò insieme a Silvia Bartolini il 30 agosto alla Festa Provinciale dell’Unità di Bologna.
Nel 1995 la psicologa tedesca Ute Ehrhardt scriveva un libro che intitolava provocatoriamente “Le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive dappertutto”.
Adesso, con le Bratz, la versione commerciale delle bad girls, l’unica direzione
che le bambine possono imboccare sembra essere la strada.
Il discorso ci porterà lontano.

 

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Barbie-foglia di fico per Women and gender studies

 Nel 2010 la prestigiosa Virago Press di Londra, Publisher of books by women (www.virago.co.uk), pubblica “Living Dolls. The return of sexism” della giornalista Natasha Walter.  Nel 2012 la neonata casa editrice Ghena di Roma (www.ghena.it) esordisce con l’edizione italiana  “Bambole viventi. Il ritorno del sessismo”, mantenendo la stessa copertina dell’edizione inglese, firmata da John Swannell. Ghena spiega la sua linea editoriale:
Nati in Nord America fra gli anni 70 e 80, gli studi di genere si sono sviluppati all’interno di determinati filoni del pensiero femminista, interessati non solo alla condizione femminile e alla storia delle donne, ma anche alla costruzione sociale e culturale della società…
Per ciò che ci riguarda, le diversità tra i sessi…  si proiettano in maniera chiara all’interno della scrittura, prodotta nel corso dei secoli in base a un modello costituito dalla cultura patriarcale maschile. Fino agli anni 80 la critica ha considerato il testo, anche quello di matrice più scopertamente autobiografica, come qualcosa che prescindeva dal gender. Negli ultimi trent’anni, però, le studiose femministe hanno cominciato a guardare alla scrittura come inscritta in – e connotata da – una specifica categoria sessuale, dando vita a quelli che propriamente chiamiamo Women and gender studies…

Pur non essendo di facile digestione, la copertina scelta da Virago Press e poi adottata da Ghena riassume, ma piuttosto denuncia, stratificazioni/agglomerati di stereotipi patriarcali sulla donna oggetto, a partire dalla subdola nonché smaccata manipolazione delle bambine, fra grandi magazzini e industria del sesso. La copertina, che potete vedere cliccando su Leggi tutto, è uno schiaffo morale. Si vorrebbe coprire quel corpo adolescente e metterlo in salvo prima che venga profanato, anche solo da uno sguardo indegno. (altro…)

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Copertina misogina di una prestigiosa rivista letteraria

Granta è la più prestigiosa rivista letteraria del mondo. Fondata nel 1889, alla fine degli anni ‘70 ha visto l’inizio di una nuova ascesa pubblicando grandi firme e riuscendo a scovare il talento di autori esordienti come Sylvia Plath, Bukowski o Carver. Negli anni sulle sue pagine hanno scritto da Paul Auster a Martin Amis, da Susan Sontag a un giovane Salman Rushdie, che hanno contribuito a tener fede al motto the Magazine of New Writing. Granta è il riferimento di eccellenza per le attività di scouting del mondo letterario, e pubblica contributi dei più grandi scrittori internazionali, chiamati a riflettere di volta in volta su un tema preciso. Così recita la presentazione della Scuola Holden di Torino, che ha ospitato un corso di John Freeman, l’editor americano di Granta Magazine.
Il numero 2 dell’edizione italiana si intitola “Sesso”. Si legge sul sito di Granta Italia: “Raccontare il sesso – sentimentale o scabroso, cerebrale o istintivo, nudo o vestito  – significa parlare d’amore e di violenza, di famiglia e di desiderio, di sogni e di perversioni”. Ma le sorprese non finiscono qui. Come riassumere in un solo colpo d’occhio questa pletora di significati? E riuscire allo stesso tempo a declassare contenuti e scritti di alto livello? Ci prova, e ci riesce, la copertina, con quella raffinata allusione anatomica. Se proprio la volete vedere cliccate su “Leggi tutto”. Si è nascosta qui sotto dalla vergogna. (altro…)

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