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Il vecchio artigiano e il giovane gondoliere. Spot RAI per la Mostra del Cinema di Venezia. Un autogol

Lo spot RAI per la Mostra del Cinema di Venezia 2017 è stato ideato dalla Direzione Creativa Rai e realizzato insieme al CPTV di Torino. È il primo girato in HDR, a conferma dell’impegno del servizio pubblico per l’innovazione tecnologica. Il promo prende il via all’interno di uno squero, il tipico cantiere per le imbarcazioni della laguna, dove un anziano artigiano affida una misteriosa scatola rossa a un giovane gondoliere. Inizia così un viaggio onirico che porterà il giovane a navigare nei canali di Venezia, dove l’acqua è un cielo stellato. Al termine del viaggio la misteriosa scatola rossa si apre e svela il suo magico contenuto. Fin qui la scheda tecnica.
Onirico sì, suggestivo, pure, tecnologico, certo. Ma la creatività e l’innovazione si fermano lì. Il dono trasmesso “di padre in figlio” segue l’antico rituale. È vero, non bisogna sempre stare col fucile spianato, sulla difensiva, soprattutto davanti a un prodotto poetico. Bisogna sforzarsi di comprendere la metafora, di apprezzare la sintesi, di immaginare che siamo tutt* compresi nel vecchio e nel ragazzo, in quel gesto di trasmissione, in quello stupore estatico. Così veneziano, così radicato nella tradizione, e nell’autocelebrazione. Che palle. E volendo esagerare, che vergogna. Se c’era una donna all’interno della Direzione Creativa RAI doveva essere in pausa sigaretta quando hanno approvato il concept. Se invece era presente deve avergliela data su. Una straodinaria occasione, persa, per popolare le acque della laguna di sciami di storie, senza arrivare al realismo documentaristico di Fuocoammare che in un promo sarebbe ingombrante. Ma un team creativo dovrebbe superare le narrazioni obsolete e non inclusive e, aggiungo, per chi non l’avesse percepito, misogine ed etnocentriche. Lo spot non rende giustizia alla 74^ edizione della Mostra del Cinema di Venezia, impresa colossale che come tutti i Festival Internazionali celebra il cinema mondiale e con esso la varietà dei racconti e degli sguardi. E non rende giustizia neppure all’importante presenza di RAI Cinema al Festival, con 6 film coprodotti in concorso e 20 nelle altre sezioni, nonché alla notevole copertura mediatica delle Reti RAI, a partire da RAI Movie e RAI Storia. L’obiettivo, non solo cinematografico, è la trasformazione radicale dell’immaginario collettivo, e  precede l’utilizzo dei droni per le riprese, del 3D, della motion capture e della tecnologia 4K HDR. Le donne, non tutte ma tante, possono dare un contributo decisivo in questa direzione.

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Lucida quiete. Viola Shkëmbi

Viola Shkëmbi è nata a Tirana nel 1981 e vive da diversi anni in Italia. Ha pubblicato le raccolte poetiche Le foglie-sogni (1997), Il diavolo bianco (1999), Cheers my life (1999) vincendo i più importanti concorsi giovanili albanesi. Velluto è la sua prima raccolta in lingua italiana. Il giorno dopo la prima presentazione italiana mi ha scritto che  “la sensazione più bella è stata una lucida quiete… è durata forse qualche secondo ma l’ho sentita forte e chiara” . Ho estratto da Velluto soltanto quattro poesie, ma risuonano come ecoscandagli di profondità. (altro…)

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La dedica di Patti Smith. People have the power

L’ha scritta a me per Natale e io la estendo a voi. I was dreaming in my dreaming…

Patti Smith

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Giornata mondiale della poesia. Viola, c’è uno scherzo per te

21 marzo 2012. In occasione della Giornata mondiale della poesia voglio salutare Viola Shkembi, una giovane poeta albanese residente in Italia. Ho conosciuto Viola a Milano e da allora siamo rimaste in contatto epistolare, se così si può dire nell’era delle comunicazioni elettroniche. Tempo fa’ le avevo chiesto di scegliere una delle sue poesie da pubblicare su Geysir. Mi inviò Ti sei dimenticata del nespolo coreano. Oggi invece, seguendo un impulso “minimal-impressionista” e senza consultarmi con l’autrice, pesco dalla sua raccolta due brevi composizioni, In mezzo al vento e Valencia.
Cara Viola, so che sei una donna di “spirito”.

In  mezzo al vento
A volte penso agli alberi
che non li  abbraccia nessuno…

 Valencia
Qui le strade sono ampie.
Le arance cadono dagli alberi
e rimangono per terra
come tanti soli intramontabili
in un letto di polvere.

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