“Non si può essere sempre zen”. A morte il Settimanale Giallo

Non si può essere sempre zen è una frase ironica di Isabel Allende tratta dal romanzo
“Il quaderno di Maya” che può essere declinata in vario modo a seconda dei casi.
Invito a reagire e a subissare di mail la direzione della rivista edita da Cairo
affinché, dopo dieci numeri, chiuda definitivamente e cessi di essere
pubblicizzata in tv all’ora di cena.
Il giallo è un genere letterario “d’evasione” che rimescola nell’inconscio collettivo e nelle paure introiettate e si presume abbia una funzione catartica facendo trionfare la giustizia e il bene sul male e una funzione cognitiva esigendo l’impiego della logica investigativa. Essenzialmente perverso alla stregua delle armi giocattolo che si regalano ai bambini, adorato da milioni di lettrici e di lettori in tutto il mondo e scritto da entrambi i sessi, il suo colore non si applica alla strage quotidiana di donne e bambini.
Che fine ha fatto il garante per l’editoria e la comunicazione?

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