Jane Austen: le capacità intellettuali delle donne

La conversazione, tratta da L’Abbazia di Northanger  (pubblicato postumo nel 1818),
si svolge fra Henry Tilney, sua sorella Eleanor Tilney,  e l’amica Catherine Morland, l’eroina di modeste origini che, dopo molte peripezie, sovvertirà, per quanto possibile,
un finale scontato. Vediamo con quali divertentissime acrobazie Jane Austen sferra colpi
a entrambi i sessi, intrappolati nei rigidi schemi dell’epoca. Benché descriva e denunci l’asfittico universo riservato alle donne, Austen non si sogna di risparmiarle quando si rendono ridicole e grette ben oltre le regole loro imposte.

(Henry Tilney rivolto a Catherine Morland) “… Perdoni la sua stupidità. Le paure di una sorella si sono aggiunte alle debolezze della donna, ma in genere non è così sciocca”. Catherine era molto seria.
“Adesso che hai fatto in modo che ci capissimo fra di noi, Henry”, disse la signorina Tilney, “devi porre lo stesso impegno a far sì che la signorina Morland capisca te… altrimenti penserà che tu sia intollerabilmente sgarbato con tua sorella e che la tua opinione delle donne in generale sia quella di un uomo assai rozzo”.
(…)
“E cosa debbo fare?”.
“… Dille che hai un’opinione assai alta delle capacità intellettuali delle donne”.
“Signorina Morland, ho un’opinione assai alta delle capacità intellettuali di tutte le donne del mondo… specialmente di quelle… dovunque esse siano… con le quali mi trovo”.
“Questo non è sufficiente. Sii più serio”.
“Signorina Morland, nessuno può avere un’opinione più alta delle capacità intellettuali delle donne di quella che ho io. Secondo me la natura ha dato loro troppa intelligenza, tanto che esse non trovano mai necessario usarne più della metà”.

Ovviamente non è Henry Tilney che parla, ma Jane Austen in persona.
Possiamo darle torto, oggi come allora?

Scritto in A getto continuo: le grandi della letteratura | Tag , , |

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *