A getto continuo: le grandi della letteratura

Serbatoio perenne di saggezza e di visioni, “Le grandi della letteratura” propone e commenta testi più o meno lunghi di celebri autrici, la cui vastità di significato esige di essere perlustrata con perseveranza e spirito d’avventura. Sono, questi, concetti espressi non soltanto in alto stile letterario ma tali da indicare un cammino, o un’esperienza, o un senso, per chi, come me, ne è a caccia e crede nel potere trasformante della parola.

Scrivere: dal bianco siderale al rosso fluido

L’illusione di creare dal nulla

Ho scattato una foto che descrive il bianco siderale, cioè l’emozione che si prova quando, volendo iniziare a scrivere, sulla pagina non ci sono ancora parole cui ancorarsi. Le chiamiamo a raccolta dal nulla, e ne servono tante per districare la selva di significati cresciuta  dentro di noi. Ma dove invocheremo tanta opulenza?  Da dove ci proverrà?
La pagina si presenta vasta e inesplorata come una banchisa polare in cui si intravedono, si immaginano forme. A volte l’attesa è vana, il biancore acceca, sembra di stare fra i ghiacci eterni, ma arrendersi sarebbe fatale. Quello che si deve fare è restare all’erta, aguzzare la vista, mantenere il contatto.
Inizia con uno zampillo, un sottile sgocciolamento, un rigagnolo, un ruscello, poi aumenta di portata, vortica, si surriscalda, ribolle finché la corrente si trasforma in un fiume turbolento e impetuoso, rosso di sedimenti e rocce. Arrivano le parole rosse e con esse i loro mondi rossi. Confluiscono  in un unico processo di rosso fluido saturo di emozioni. È l’arteria principale. Ora getta di continuo. La piena può durare intere giornate, oppure soltanto un giorno, oppure ore, o prosciugarsi. Poi il ciclo ricomincia.
Scrivere è una dimensione di solitudine affollata. La dimensione opposta è quella dello stordimento e della dimenticanza.
Per vedere il bianco siderale o fase d’incubazione della scrittura clicca su “Leggi tutto”.  La foto, intitolata Scrivere, è qui sotto, immersa. (altro…)

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“Le nostre vite reali sono altrove. L’arte le trova”. Jeanette Winterson

Ho un mio pensiero sull’arte e sulla sua necessità. Non riesco a immaginare una vita senz’arte, ma riesco a immaginare la povertà di chi vive senza. Crearla o fruirla (non è indispensabile essere tutte artiste e tutti artisti) sono i due poli della corrente alternata che passa attraverso la comunicazione artistica.
Ho scritto per tutta la vita, per inclinazione, per militanza, per lavoro, utilizzando vari timbri e linguaggi. Ora però ho scritto un romanzo e ho in cantiere il secondo. Così facendo, la mia umiltà nei confronti della parola è aumentata, se possibile, insieme alla convinzione che non si debba cercare di riscrivere, né di parafrasare per poi far finta che sia farina del proprio sacco, ciò che è già stato scritto ed espresso magnificamente. Nella miscela esplosiva di Jeanette Winterson, da L’arte dissente. Scritti sull’estasi e la sfrontatezza. (altro…)

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La chiave del tempo. Irène Némirovsky

La Chiave del Tempo

1. … Nel suo corpo immobile la mente vagava in lungo e in largo nel tempo
percorrendo spazi immensi.
Irène Némirovsky, Temporale di giugno, da Suite Francese (altro…)

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